Inserire una nuova risorsa in un contesto aziendale avviato non è mai facile. Non solo serve tempo da dedicare alla fase di recruiting, ma una volta scelta la “persona giusta” serve (molto) altro tempo per permetterle di adattarsi ed essere produttiva al 100%. È possibile accelerare questo processo? Esiste una soluzione per agevolare l’inserimento e accorciare i tempi di adattamento? Un percorso di coaching potrebbe rispondere a queste esigenze.
Il dizionario “Economia e Finanza” di Treccani definisce la produttività come “misura dell’efficienza del processo produttivo, data dal rapporto tra output e input (➔ fattore di produzione). Più in particolare, la p. del lavoro indica l’unità di prodotto per lavoratore (od ora lavorata).”
I fattori che influiscono sulla crescita o decrescita della produttività in un ambiente lavorativo sono moltissimi, e possono essere di natura interna (legati alla condizione personale dell’individuo) o esterna (dipendenti dal contesto). Uno dei problemi a cui deve periodicamente far fronte un’organizzazione aziendale è quello del rendimento produttivo delle nuove risorse.
Quanto tempo è necessario per essere completamente produttivi?
I nuovi assunti hanno bisogno di tempo per ambientarsi.
Sono pochi quelli che riescono ad entrare immediatamente in sintonia con l’ambiente, i colleghi, il nuovo ruolo, ecc. Uno studio di Training Industry Quarterly afferma che servono in media 1-2 anni prima che una nuova risorsa sia produttiva al 100%. E questo, ovviamente, si traduce in una perdita di valore per l’intera azienda. Dopotutto, più efficienti sono i dipendenti/collaboratori, più successo avrà il business.
I numeri della produttività
- La produttività aumenta del 20-25% nelle organizzazioni con forti connessioni tra i colleghi. (Fonte: The McKinsey Global Institute)
- Chi esercita le proprie competenze quotidianamente è 8% più produttivo e 6x più incline all’engagement. (Fonte: Gallup)
- Le risorse con prestazioni elevate hanno tre caratteristiche comuni: talento, alto engagement e oltre 10 anni di servizio all’interno dell’azienda. (Fonte: Gallup)
- I dipendenti coinvolti nella vita dell’azienda sono il 27% più propensi a valutare le prestazioni come “eccellenti”. (Fonte: Gallup)
- Il 57% di chi è molto stressato al lavoro dice di sentirsi poco produttivo e coinvolto.(Fonte: Tower Watson)
Le statistiche sull’argomento sono infinite. Ciò che emerge è che la questione è ben più complessa di quanto ci si aspetta nel momento in cui si decide di intraprendere un processo di selezione per una nuova risorsa.
Il pensiero comune crede che sia sufficiente spendere qualche ora in training per formare una persona e, perché no, farne un esperto del settore. Ma non è quasi mai vero.
Pensate alla vostra prima volta in un nuovo contesto lavorativo. Quanto vi ci è voluto solo per ambientarvi e capire i compiti che vi erano stati assegnati? Quanto tempo avere speso per fare domande puramente logistiche e riuscire finalmente a trovare le cose? Quante ore avete trascorso chiedendovi se stavate lavorando bene?
Perché, allora, si ricade ogni volta in questo schema? Esiste un modo per migliorare il processo di inserimento in azienda sia per la risorsa sia, di conseguenza, per l’azienda?
Il coaching
Esistono diversi approcci per favorire l’inserimento. Come spesso accade per le questioni complesse, anche in questo caso non esiste una soluzione migliore in assoluto che possa essere universalmente valida. È sempre opportuno valutare caso per caso e capire quale sia la strada più adatta a quel contesto specifico.
Una via particolarmente efficace da prendere in considerazione è senza dubbio il coaching: un percorso iniziale di affiancamento, particolarmente utile in caso di inserimenti sporadici.
Le persone hanno bisogno di essere guidate. Non vogliono essere lasciate a loro stesse in balìa degli eventi. Hanno bisogno di indicazioni, feedback, valutazioni periodiche per migliorarsi e raggiungere standard più elevati.
Lo scopo del coaching non è quello di colpevolizzare le risorse per le scarse performance. Al contrario, nel percorso di mentorship si lavora insieme alla risorsa per risolvere problemi e migliorare il lavoro della persona, del team e dell’organizzazione complessiva.
Come afferma Tim Gallwey, autore di una serie di libri della serie “Inner Game”:
“Coaching is unlocking a person’s potential to maximize their own performance. It is helping them to learn, rather than teaching them.”
(“Il coaching sblocca il potenziale delle persone per massimizzare le loro prestazioni. È un approccio che non insegna, ma aiuta ad imparare”)
Applicato al mondo del business, coaching non significa dire alle persone cosa devono fare, ma aiutarle a raggiungere tutto ciò che sono in grado di fare e di essere. Una distinzione sottile, ma fondamentale, che, se ben compresa dal management, può portare benefici notevoli all’azienda nel suo complesso.
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